Prima il dovere, domani il piacere

Sabato pomeriggio avevano vinto sia i rossoneri che i bianconeri, e quindi la sera ...


Sabato pomeriggio avevano vinto sia i rossoneri che i bianconeri, e quindi la sera non ci restava altro da fare che scendere in campo e annientare il malcapitato Benevento per ristabilire il giusto ordine al campionato (il giusto ordine sarebbe vederli perdere la vetta della classifica, ma tempo al tempo...). E così è stato, una netta vittoria per 4 a 0 che è sintomo di una rinnovata autoconsapevolezza. Bene così.

Una prestazione talmente sopra le righe che ci ha concesso anche di tenere in scuderia parte della formazione (De Vrij, Young, Brozovic e Vidal), così da dar loro il tempo per rifiatare e preparare al meglio lo scontro di Coppa Italia di domani sera, dove incontreremo quella vergogna calcistica chiamata Juventus.

In campo scendono comunque i nostri pezzi da novanta, Lukaku e Hakimi su tutti, ma soprattutto questa volta un tribunaro Antonio Conte decide di impiegare il danese Eriksen davanti la difesa, “alla Pirlo”, per impostare il gioco fin dal vertice basso e dettare i tempi degli inserimenti dei suoi compagni di squadra (FINALMENTE!). E i frutti di questa scelta si vedono fin dal 6° minuto, quando lo stesso fantasista scodella in mezzo all’area un bel cross da calcio di punizione che, velenoso, viene maldestramente rimpallato dall’esterno giallorosso (anche se sabato in tenuta bianca) Improta per finire inesorabilmente a baciare il palo interno della porta beneventana. Siamo già in vantaggio, sto cenando con un buon vino, e la serata non potrebbe andare meglio di così.

Il primo tempo si regge tutto sul nostro possesso palla, facilitato dalle geometrie di Eriksen e dal solito metronomo che prende il nome di Barella, e a parte una simulazione evidente del solito Lapadula, praticamente, non subiamo nessuna occasione pericolosa.
Anzi, siamo noi a costruire di più arrivando a ottenere un calcio di punizione dal limite anziché un evidente rigore (ma se il fallo è sulla linea, perché dare punizione da fuori?!?), e a sfiorare il palo alla sinistra di Montipò tre volte: prima con un destro a giro da fuori area da parte di Lautaro, poi con un’incornata sbagliata di Hakimi, autore di un ottimo inserimento adeguatamente premiato dal lancio di Eriksen, e infine ancora da Lautaro, che calcia di poco alto dopo un uno-due con Barella.

Arriviamo all’intervallo, quindi, dopo quarantacinque minuti di dominio assoluto del campo, e in cuor mio già tremo all’idea di cosa potremmo essere capaci al rientro dagli spogliatoi. E invece, fortunatamente, questa volta l’Inter mi stupisce e riprende a giocare esattamente come aveva lasciato.

Dopo tre minuti è sempre il nostro centrocampista danese a mettersi in mostra, arrivando al limite dell’area e esplodendo un sinistro che, deviato, assume una strana parabola che lo fa stampare esattamente sulla traversa. Sul rimpallo ci sarebbe Lautaro a confermare in rete, ma in posizione di fuorigioco. Ma la sfida tra la punta argentina e la porta campana è rinviata di dieci minuti, quando la prima riceve una buona palla in verticale da Gagliardini e, eludendo con un rimpallo la marcatura di Barba, infila di sinistro sul primo palo il nostro gol del raddoppio, il suo undicesimo stagionale, mettendo fine ad un digiuno che stava diventando veramente pesante.

La partita, in realtà mai in discussione, è ora praticamente conclusa.

Dopo un giro di sostituzioni per far rifiatare qualche giocatore ormai sfinito (uno su tutti, il nostro gioiellino Barella che ci servirà domani sera), ci pensa il portiere giallorosso a mettere definitivamente il punto esclamativo sul match, regalandoci un pallone in area di rigore che intercetta Lautaro e che finisce sui piedi fatali di Lukaku. Tre a zero facile facile, e per il belga la migliore risposta alle recenti polemiche con Ibrahimovic. Vorrei aprire qui una parentesi su questa moda della costruzione bassa da parte del portiere: ma siete tutti impazziti? Ecco che succede quando si osa troppo, personalmente per la mia squadra una cosa del genere non la vorrei mai vedere (e per fortuna il nostro allenatore non sembra attuarla, al momento)! In questo caso, comunque, tanto meglio per noi. Siamo tre a zero al settantesimo, e quindi mi pregusto gli ultimi venti minuti in estremo relax.

Relax che in realtà viene positivamente stravolto dieci minuti dopo, quando lo stesso Lukaku viene imbeccato efficacemente dal neoentrato Sanchez (che mai e poi mai avrei dato alla Roma) per il definitivo quattro a zero e la sua doppietta personale al ventesimo gol stagionale.

Archiviata la pratica Benevento in campionato, quindi, non ci rimane altro che avere il piacere di affrontare domani sera la Juventus a San Siro, nella prima delle due semifinali della Coppa nazionale, e guadagnarsi quindi il gusto di eliminarli nel loro stadio il 9 febbraio, quando si giocherà il ritorno. Sarebbe troppo bello per me, e immagino per tutti i nostri tifosi. Sperando lo sia anche per il nostro allenatore.

Sempre forza Inter, distruggiamoli!

Avv. Nicola Bruno