Un insolito mercoledì pomeriggio di Coppa Italia

Uno strano mercoledì quello in cui subito dopo pranzo mi sono dovuto mettere a ...


Uno strano mercoledì quello in cui subito dopo pranzo mi sono dovuto mettere a lavorare con la tv accesa sulla partita di Coppa Italia della mia Inter, ospite all’Artemio Franchi di una Fiorentina più che affamata da un girone di andata di Serie A abbastanza negativo. Un pomeriggio che mi ha ricordato quello di molti anni fa, quando le poche volte che non riuscivo ad andare allo stadio ero costretto ad ascoltarmi la radiocronaca della partita in quanto, forse fortunatamente, le pay tv non erano neanche contemplate.

Non voglio con questo cadere nelle solite frasi alla “bei tempi andati”, ma purtroppo negli ultimi anni più di una volta mi è capitato di non poter seguire a pieno la partita dell’Inter a causa della scelta di un orario insolito, e ogni volta che non riesco a guardare la partita mi innervosisco.

Mettiamoci poi che noi tifosi veniamo da un ultimo periodo non propriamente rilassato, con gli spettri di un’altra stagione passata senza trofei che si intravedono all’orizzonte e con ancora vivo il ricordo dei 3 punti buttati domenica scorsa in casa della Roma.

Fatto sta che, per quello che sono riuscito a seguire dalla diretta Rai lasciata accesa in un angolo dello Studio, mi è sembrato un primo tempo abbastanza sottotono segnato soltanto da un paio di occasioni confuse dalle quali sono scaturiti due rigori, uno per parte. Solo che, sfortunatamente per i tifosi della Viola, dei due soltanto il nostro è stato confermato dal check al VAR.

Faccio un passo indietro: intorno al 40° del primo tempo ci portiamo in situazione offensiva con un guizzo di Eriksen che riesce ad arrivare al tiro. Sulla respinta sbagliata del giovane Terracciano arriva Sanchez che, tirando a colpo sicuro sul palo, viene però travolto dallo stesso estremo difensore. L’azione continua con uno sterile tentativo di Lautaro, ma subito dopo l’arbitro Massa ferma tutto e va a controllare il VAR. Rigore tutta la vita. Fortunatamente questa volta va sul dischetto Vidal che tira forte e centrale, 1 a 0 per noi. Non passano neanche due minuti e sugli sviluppi dell’azione della Fiorentina un rapido uno-due fa arrivare Kouamé nella nostra area di rigore, che va letteralmente a infrangersi contro Skriniar il quale, abilmente, gli toglie la palla. Un intervento tanto pulito che, quando Massa ha fischiato il calcio di rigore per i viola, non sono riuscito a contenermi e mi sono alzato dalla scrivania con la voglia di spaccare letteralmente la tv. Fortunatamente interviene nuovamente il VAR a correggere il pessimo arbitro, e così con la stessa velocità con la quale era stato assegnato lo stesso rigore viene alla fine tolto.

Meglio così, il primo tempo finisce con la mia televisione sana e salva.

In realtà il secondo tempo sarebbe anche partito in modo giusto, con una nostra incursione sulla sinistra da parte di Perisic letteralmente divorata sotto porta da Lautaro, ma ovviamente quest’anno l’Inter ha deciso di compromettere la nostra salute mentale perché, neanche a dirlo, andiamo nuovamente in cortocircuito. La Fiorentina ne approfitta e guadagna campo, e dopo neanche un quarto d’ora raggiunge il pareggio grazie ad una conclusione di Kouamé arrivata in seguito ad un mischione nella nostra area di rigore. Pareggio viola, e io che mi accascio definitivamente sulla mia poltrona fissando lo schermo e abbandonando ogni presupposto di continuare a lavorare.

Mi guardo esterrefatto una partita in cui incredibilmente non riusciamo a costruire neanche un’azione pericolosa (ad eccezione, forse, di un debole tiro da fuori area da parte di Kolarov), desideroso che Conte si decida ad effettuare almeno un cambio. Cosa che avviene non prima del 70°, quando finalmente si decide a schierare la nostra coppia più in forma, Hakimi e Lautaro, al posto di Young e di un più che opaco Lautaro. E infatti, nonostante una fase di gioco che continua a tingersi di viola, siamo noi ad andare vicini ad un nuovo vantaggio, proprio con il terzino marocchino che spedisce fuori di pochi centimetri un tiro di collo-esterno destro.

Arriviamo all’80° e questa volta è Sanchez a meritarsi tutti i miei insulti, ciccando uno splendido assist su accelerazione di Perisic e replicando l’errore di inizio ripresa di Lautaro. Non c’è concentrazione né cattiveria, forse le due caratteristiche per le quali avevamo scelto questo allenatore lo scorso anno.

Dopo un tiro dell’ex milanista Bonaventura sull’altro fronte, però, non succede praticamente più nulla fino alla fine dei novanta minuti, e così, per prolungare la nostra agonia, arriviamo ai tempi supplementari... una notiziona, visto e considerato che tra quattro giorni arriverà la Juventus a San Siro.

Supplementari che partono come si era conclusa la partita, con qualche labile tentativo della Fiorentina circondato, però, da un loro completo dominio del campo. Come sempre il nostro allenatore si dimostra incapace di attuare un qualche cambiamento tattico che risulti vagamente utile, e così la partita prosegue di fatto senza cambiare il suo main theme fino allo scadere della prima frazione quando, con il cileno Sanchez che spedisce di testa addosso al portiere prima, e con una pericolosa conclusione di Eriksen a giro sul secondo palo dopo (incredibile vederlo finalmente in campo così tanto), quantomeno produciamo un qualche cosa di pericoloso.

Il secondo supplementare procede, ad eccezione di un’occasione di Lukaku salvata fortunosamente da Terracciano, ancora più sottotono, e arriviamo quindi a ridosso del 120° senza nessuna emozione. In tutto ciò nel mio animo la frustrazione ha lasciato il posto ad un totale annichilimento, con la mia mente da una parte incredula e dall’altra completamente disillusa dal fatto che questa squadra possa realmente ottenere qualcosa di buono da questa stagione. Deve essersene accorto anche il collega entrato al volo nel mio ufficio, dal momento che l’ho osservato fare dietrofront dopo avermi guardato senza proferire nessuna parola.

E invece, come un fulmine a ciel sereno, ci pensa come sempre il gigante belga a toglierci le castagne dal fuoco: azione che parte sulla fascia sinistra con Perisic e Sanchez per poi svilupparsi sull’altra fascia grazie ai piedi del gioiello Barella. Dare la palla a lui è sempre una buona idea, e infatti il giovane nazionale azzurro alza la testa e pennella un ottimo cross per Lukaku che, nel frattempo, è riuscito a smarcarsi dalla difesa viola. Incornata di testa e palla sotto la traversa, 2 a 1 per noi e io che urlo come un pazzo nel mio Studio.

Lo so, avevo appena detto di essere disilluso e sconcertato, ma certe emozioni non si controllano mai. Soprattutto quando parliamo della solita, pazza, Inter. La prossima di Coppa Italia sarà derby, ma io già penso a domenica sera contro gli odiati bianconeri. Forza e coraggio!


Nicola Bruno