La tortilla è fatta

Come volevasi dimostrare, come mi ero scongiurato, eccoci qui a parlare di un girone ...


Come volevasi dimostrare, come mi ero scongiurato, eccoci qui a parlare di un girone di Champions League estremamente compromesso che ci obbliga ad un vero e proprio miracolo per raggiungere l’agognata qualificazione. Un miracolo che deve partire già tra due settimane contro lo stesso Real Madrid che ieri allo stadio Alfredo Di Stefano di Valdebebas ci ha rifilato un pesantissimo 3 a 2 e che ci ha proiettato direttamente all’ultimo posto di questa fase preliminare.

Come avevo già scritto la scorsa settimana su questo blog lo speravo ma non mi aspettavo un esito migliore, e purtroppo l’attale disastrosa situazione la dobbiamo più ai due precedenti (inammissibili) pareggi che al risultato di ieri.

Sì, perché se andiamo ad analizzare la partita non possiamo smentire di aver disputato un ottimo match, per gran parte del tempo creando occasioni anche più pericolose di quelle dei Galacticos. Per la prima volta non si è avvertita l’assenza di Lukaku e la coppia dinamica Lautaro (che meriterebbe una menzione a parte per ciò che ha mostrato in campo, ma ammetto di essere poco oggettivo quando si parla del giovane talento argentino) e Perisic sono spesso riusciti a trovare il dialogo, trasformando le azioni in veri pericoli per la porta presieduta da Courtois.

Anche la coppia di centrocampo, Barella e Vidal, sono stati bravissimi nel supportarli e hanno entrambi sfiorato il gol.

Gol che invece abbiamo preso con la solita, inutile, disattenzione difensiva. In questo caso parliamo di Hakimi, che ha messo in pratica un vero e proprio suicidio tecnico effettuando un retropassaggio troppo corto dalla fascia verso Handanovic, che non ha fatto in tempo ad anticipare la predatrice punta francese Karim Benzema. Saltato il portiere, appoggiare la palla in rete si è trattata di una semplice formalità.

E come quasi sempre succede, la nostra reazione anziché commutarsi in una spinta organizzata e in una concentrazione dinamica verso il pareggio, è diventato vero e proprio shock difensivo: neanche 10 minuti dopo il vantaggio, ecco Sergio Ramos (difensore che raggiunge quota 100 gol con la maglia dei blancos) staccare da solo di testa su calcio d’angolo di Kroos e siglare il raddoppio per la squadra di casa.

La frittata, anzi possiamo dire la tortilla, è fatta.

Neanche il nostro 1 – 2 dopo un solo minuto da parte di Martinez è bastato a farci sperare in una completa remuntada, tanto ti da l’impressione, questa squadra, di mancare proprio nelle partite che contano. E Antonio Conte, a mio parere, non può essere considerato esente da colpe. Non è possibile che questa squadra costruisca e raccolga così poco in ogni sua uscita sul terreno di gioco. Come si può continuare a schierare giocatori completamente fuori forma come De Vrij (lontanissimo parente di quello che, arrivato tre anni fa dalla Lazio, sembrava il miglior centrale della Serie A) e Young? Cos’altro serve per capire che una mediana a tre con gli offensivi Vidal, Brozovic e Barella (ancora rivedo l’assist di tacco... questo giocatore mi fa impazzire!) non garantisce sufficiente copertura alla difesa? Mi sento incredibilmente d’accordo con Mario Sconcerti quando afferma che “l’Inter si è completamente rovesciata rispetto alla stagione scorsa. E’ diventata molto meno bilanciata. Hakimi aggiunto a Perisic cambia il progetto stesso di gioco. Forse ne viene fuori uno migliore, ma non è un problema di dettagli. E’ sostanza pura. I due laterali molto offensivi costringono Brozovic e Vidal a diventare due mediani, ma né l’uno né l’altro sanno fare i mediani, si adattano"[1]. E allora mi dispiace dirlo, ma la colpa è dell’allenatore.

Ora non voglio continuare ad essere disfattista, e quindi da buon tifoso spero fortemente in una smentita da parte del mister di Lecce che porti a 9 punti per le prossime tre partite europee e alla relativa qualificazione alla fase ad eliminazione diretta. D’altronde non sono io ad allenare, io tifo soltanto.

E lo farò sempre, a partire da domenica prossima quando alle 15.00 ci troveremo davanti la pericolosissima Atalanta, reduce anch’essa da un disastrato turno infrasettimanale di Champions. Ma noi, come sempre, dobbiamo guardarci in casa. Forza Inter!

Avv. Nicola Bruno