Ed eccoci arrivati al giro di boa. Dopo diverse considerazioni fatte sulla questione Coronavirus ...
Ed eccoci arrivati al giro di boa. Dopo diverse considerazioni fatte sulla questione Coronavirus e "porte aperte sì" o "porte aperte no", mi sembra doveroso approfondire insieme a voi la questione. Le scelte confusionarie e contraddittorie prese dai massimi vertici decisionali non hanno fatto altro che alimentare paura e sconforto tra gli appassionati di sport. Solo pochi giorni fa la FIGC si è ufficialmente adeguata al provvedimento preso dal Dcpm per fronteggiare l'emergenza COVID-19: "Sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato". Quindi lo sport non si ferma, ma prosegue mutilato, ovvero senza il pubblico, fino al 3 aprile.
Tra Serie A e Coppa Italia sono 12 le partite rinviate. Questo fine settimana sarà dedicato ai recuperi delle partite non giocate della 26esima giornata: si parte sabato sera con Sampdoria-Verona, per proseguire poi domenica con Milan-Genoa alle 12:30. Alle 15 appuntamento con Parma-Spal e Sassuolo-Brescia, alle 18 Udinese-Fiorentina. Il big match Juventus-Inter si giocherà domenica alle 20:45. Per quanto riguarda la Coppa Italia non ci sono date certe per i recuperi delle semifinali di ritorno. Una delle possibilità che sta prendendo piede è quella di far giocare le semifinali e la finale ad agosto[1].
Giocare le partite a porte chiuse per Serie A, B e C da qui a fine stagione potrebbe comportare una perdita considerevole.
Intanto il presidente nerazzurro, Steven Zhang, ha annunciato la donazione di 100.000 euro al Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche "L. Sacco" di Milano, diretto dal prof. Massimo Galli. "L'Inter - spiega- ha un legame indissolubile con la città di Milano ed è orgogliosa della dedizione con cui tutto il personale del Ospedale Sacco sta facendo fronte alla eccezionalità della situazione. Fin dall'avvio dell'emergenza Coronavirus abbiamo seguito con particolare attenzione e apprensione l'evoluzione della situazione, sia come club sia come azionista, rimarcando in tutte le sedi come l'unica priorità fossero la salute pubblica e la sicurezza. È per questo motivo che FC Internazionale Milano sente il dovere di sostenere l'Ospedale Sacco", conclude[2].
Il calcio in fin dei conti è un settore industriale come tanti altri, a cui si sta chiedendo un sacrificio per la salute pubblica, e come gli altri settori andrà aiutato. Non bisogna pensare solo allo stipendio dei big, ma ai tanti lavoratori normali del comparto sport/turismo che sono impiegati direttamente nelle società o nell’indotto.
La considerazione ultima che vorrei fare è semplice e concisa: sono pronto a scommettere che nessuno voglia rischiare la propria salute, o quella dei suoi cari, per far si che tutto prosegua come se niente fosse. L'emergenza c'è, il virus è reale e qualche provvedimento deve essere preso. L'unico dispiacere sarebbe quello di veder degenerare la situazione rischiando di falsare quello che, dopo tanti anni, risulta essere un campionato competitivo e avvincente.
Viva lo sport e Forza Inter!
Nicola Bruno