Un derby che passerà alla storia

Che dire? Una vittoria che vale quanto uno scudetto, che dico, due scudetti: e ...


Che dire? Una vittoria che vale quanto uno scudetto, che dico, due scudetti: e non solo per i tre punti che ci fanno ritornate in vetta a pari punti con la Juventus, ma soprattutto per il modo con cui i nostri sono riusciti a ribaltare uno 0-2 che ci ha fatto sudare freddo alla fine dei primi quarantacinque minuti. L’euforia è alle stelle, al contrario della voce che invece si è esaurita gradualmente ad ogni gol dei Nerazzurri.

È stato un derby folle che difficilmente scorderemo. La tensione che prima del fischio di Maresca si poteva tagliare col solo sguardo, si è trasformata in adrenalina pura. Ed eccoci qua, di fronte ad un altro derby, di fronte alla partita più importante per un tifoso interista.

Lasciando da parte per un attimo la gioia della vittoria, analizziamo l’incontro che ha visto oltre ai 6 gol anche tre pali e tante occasioni.

Conte, costretto a rinunciare a Lautaro Martinez per squalifica, decide di lanciare Sanchez, decisivo per il gol del 2-2 di Vecino, preferendolo a Esposito per dare supporto a Lukaku. Fuori anche i nuovi arrivi Moses e Eriksen che lasciano spazio ai veterani Brozovic e Candreva. I primi quaranta minuti sono stati visibilmente ingessati, forse a causa della posta in palio, forse per la prudenza delle due squadre che si sono studiate attentamente prima che la partita si sbloccasse grazie al gol di Rebic e subito dopo con il raddoppio di Ibra. Un uno due che mi ha fatto tremare, in tutti i sensi. Devo dire che nella pausa dell’intervallo la speranza che il match si potesse ribaltare, così come è successo, era un miraggio a cui solo la gavetta da tifoso interista ha saputo resistere dal non sprofondare nel mio seggiolino in una fioca rassegnazione.

Ma ecco che quando tutto sembrava quasi perso, sin dai primi minuti, si è vista un Inter diversa nel secondo tempo, scesa in campo con un piglio che ha fatto ben sperare.

Il tiro al volo di Brozovic prima, gol da cineteca tra parentesi, e Vecino poi, ci riportano al pari in soli sei minuti. Credo che nessuno avesse sperato in una ripresa migliore di questa.

Ristabilita la parità la partita riprende come se fossimo sullo 0-0. Il Milan comunque non demorde e, anche se mi duole dirlo, Ibra ha ridato vita a questa squadra che fino a poche settimane fa sembrava spacciata, sfiorando il gol con un siluro da 28 metri che esce di poco.

I nostri comunque non si spaventano, anzi: prima Lukaku con un tiro che esce di un soffio, sfiorando l’incrocio (sembra aver voluto prender le misure) troviamo poi il soprasso al settantesimo con un gol in tuffo di de Vrij. Solo dopo aver consumato quasi tutta la mia voce mi rimetto a fissare il campo ancora col cuore a mille.

Il match continua, ma i nostri chiudono bene tutti gli spazi. Eriksen, entrato in campo dopo il gol della rimonta, calcia una punizione che fa tremare l’incrocio dei pali e ci fa sobbalzare. Ibra pareggia i conti con un palo, ma in pieno recupero ecco che Lukaku cala il poker che sancisce vittoria e la festa post partita.

Che partita, che emozioni. Questa è l’Inter che vogliamo, queste sono le prestazioni che valgono tutte le sofferenze di sconfitte e delusioni.

Forza Inter! 

Nicola Bruno